"Quando affermiamo: 'Io credo in Dio', diciamo come
Abramo: 'Mi fido di Te; mi affido a Te, Signore' (...). Dire 'Io credo in Dio'
significa fondare su di Lui la mia vita, lasciare che la sua Parola la orienti
ogni giorno, nelle scelte concrete, senza paura di perdere qualcosa di me
stesso. (...) Abramo, il credente, ci insegna la fede; e, da straniero sulla
terra, ci indica la vera patria. La fede ci rende pellegrini sulla terra,
inseriti nel mondo e nella storia, ma in cammino verso la patria celeste.
Credere in Dio ci rende dunque portatori di valori che spesso non coincidono
con la moda e l’opinione del momento (...) In tante nostre società Dio è
diventato il 'grande assente' e al suo posto vi sono molti idoli, diversissimi
idoli e soprattutto il possesso e l’'io' autonomo. E anche i notevoli e
positivi progressi della scienza e della tecnica hanno indotto nell’uomo
un’illusione di onnipotenza e di autosufficienza, e un crescente egocentrismo
ha creato non pochi squilibri all’interno dei rapporti interpersonali e dei
comportamenti sociali".
Benedetto
XVI
Città
del Vaticano, 23 gennaio 2013
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