lunedì 11 marzo 2013

ECCE HOMO

Breve brano tratto dal libro "GESU' DI NAZARETH-dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione" di Benedetto XVI


...I soldati si prendevano gioco in modo crudele di Gesù. Sanno che Egli pretende essere re. Ma ora si trova nelle loro mani, ed è loro piacere umiliarlo, dimostrare in Lui la loro forza, forse anche scaricare su di Lui, in modo sostitutivo, la loro rabbia contro i grandi. Rivestono Lui - uomo colpito e ferito in tutto il corpo - con i segni caricaturali della maestà imperiale: il mantello scarlatto, la corona di spine intrecciate e lo scettro di canna. Gli rendono omaggio: "Salve, re dei Giudei!"; il loro omaggio consiste in ceffoni con cui manifestano ancora una volta tutto il loro disprezzo nei suoi confronti.

... In questa apparenza caricaturale Gesù condotto da Pilato, e Pilato lo presenta alla folla - all'umanità: Ecce homo - Ecco l'uomo!. Probabilmente il giudice romano è sconvolto dalla figura percossa e schernita di questo misterioso accusato. Egli conta sulla compassione di coloro che o vedono.
   "Ecce homo" - questa parola acquisisce spontaneamente una profondità che va al di là del momento. In Gesù appare l'essere umano come tale. In Lui si manifesta la miseria di tutti i colpiti e rovinati. Nella sua miseria si rispecchia la disumanità del potere umano, che schiaccia così l'impotente. In Lui si rispecchia ciò che chiamiamo "peccato": ciò che l'uomo diventa quando volge le spalle a Dio e prende autonomamente in mano il governo del mondo.
   Ma è vero anche l'altro aspetto: a Gesù non può essere tolta la sua intima dignità. Resta presente in Lui il Dio nascosto. Anche l'uomo percosso ed umiliato rimane immagine di Dio. Da quando Gesù si è lasciato percuotere, proprio i feriti e i percossi sono immagine del Dio che ha voluto soffrire per noi. Così, nel mezzo della sua passione, Gesù è immagine di speranza: Dio sta dalla parte dei sofferenti.

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